Anni '80

I nuovi interventi pittorici nella città avviati negli anni Settanta e portati avanti con crescente impegno per tutti gli Ottanta e Novanta sono in diretta continuità con la precedente attività artistica. L’interesse per gli accostamenti cromatici e per gli effetti di luce sugli intonaci e sul paesaggio già presente nella ricerca pittorica degli anni Cinquanta trova ora sbocco nelle operazioni di recupero di edifici storici, ma soprattutto di progettazione e riqualificazione urbanistica: dalla galleria Mazzini nel centro storico di Genova, dalle case popolari nel quartiere Quarto, ai singoli edifici di via Nizza, Corso Carbonara, corso Armellini e Corso Solferino nella stessa città.

In linea con la più intelligente critica postmoderna ad un’edilizia Modernista senza storia e senza legame con il territorio, l’utilizzo del colore diviene qui strumento per riallacciare il singolo edificio così come l’intero quartiere al tessuto geografico e storico cui appartengono, e soprattutto per innalzare con mezzi ridottissimi la qualità e vivibilità di un’architettura per chi vi abita.

Significativo è il fatto che per una breve fase in questi stessi anni Profumo dipinga alcuni quadri rappresentanti vedute urbane immaginarie: per formato, soggetto e uso del colore, questi quadri richiamano gli affreschi senesi, da Simone Martini ad Ambrogio Lorenzetti, che raffigurano le colorate cittadine medievali non dissimili dai suoi stessi progetti urbani. Evidentemente non sono risultati di per sé soddisfacenti se l’artista non espone i suoi quadri per un lungo periodo tra il 1977 e il 1989, ma si tratta di un passaggio interessante verso l’elaborazione di una nuova, fervida fase pittorica.

Progressivamente semplificati, i paesaggi urbani si riducono, nella seconda metà del decennio, prima a volumi e poi a piani geometrici bidimensionali. Anche la gamma cromatica si assottiglia sempre più visibilmente, fino a giungere, con i quadri presentati appunto nel 1989 alla galleria Il Punto di Genova, ad un equilibrio fatto di scarti tonali minimi e di luminescenze lievi che aprono la via all’ultima, intensissima fase di ricerca al limite del monocromatismo.

 
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