Anni '50

Il percorso artistico di Giovanni Profumo inizia negli anni Cinquanta con una serie di dipinti figurativi. Le opere che presenta nel 1956 in una mostra personale alla galleria San Matteo di Genova sono ancora legate al tonalismo ligure degli anni Trenta e direttamente ispirate alla pittura di Paolo Rodocanachi.
Tuttavia già emergono alcuni degli elementi fondamentali che poi caratterizzeranno la piena maturità di Profumo: l’interesse per la luce, la semplificazione geometrica del paesaggio urbano, l’indagine sul colore condotta per sottili scarti tonali, e la rappresentazione di paesaggi che sono mentali, non corrispondenti ad alcun luogo specifico. Il paesaggio della costiera ligure era già stato celebrato nell’aeropittura futurista di un Fillia (Luigi Colombo) attraverso vedute dall’alto delle tipiche case distribuite sul litorale come a manciate.

Ma mentre i futuristi volevano ricreare il senso della velocità moderna e dunque scomponevano i  volumi in visioni multiple e simultanee, di quel paesaggio Profumo evoca il carattere, senza rappresentarne vedute reali. Il suo sguardo scorre lentamente sulla superficie intonacata delle case, e ne assapora l’epidermide. Tutto si riduce a volumi semplici, di cezanniana memoria, ma ciò che più conta è la luce, calda e giallognola, che tocca le superfici e le fa vibrare. La pennellata che ha colorato gli intonaci di quelle abitazioni marittime viene a corrispondere alla pennellata reale che ha steso il colore sulla tela.

 
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